Immancabilmente si scrive San Severino e si legge teatro di qualità; la conferma è arrivata anche il primo maggio: accanto ai concertoni di Roma, Napoli e Taranto, densi di cantanti e di significati, il Feronia ha ospitato una serata con Peppe Servillo e Davide Rondoni in cui sono state protagoniste la poesia contemporanea e la musica. L'occasione è scaturita dalla premiazione del concorso nazionale di poesia “Le stanze del tempo” bandito dalla Fondazione Claudi che ha visto uscire vincitore il ventenne siciliano Giuseppe Nipali.
Per le 20 è stato organizzato, sotto il loggiato del teatro, un ottimo aperitivo-cena gratuito a base della tipica porchetta; sul palco del Feronia, al quale pure si accedeva liberamente, la serata è stata poi presentata con agilità e ironia dal giovane poeta Valerio Grutt. Il direttore artistico Francesco Rapaccioni ha colto l’occasione della festività per ricordare il significato del primo maggio come lotta per il lavoro e la sua dignità in un momento critico per il paese dal punto di vista economico, politico, sociale e culturale. Il Presidente della Fondazione Claudi, Massimo Ciambotti, ha sostenuto la produzione di cultura come momento economico. Il vincitore del premio, il ventenne siciliano Giuseppe Nibali, ha recitato tre suoi componimenti che hanno come protagonisti sentimenti e passioni, in cui l'originalità del tema si fonde con un uso raffinato della lingua declinata con idiomi fortemente locali.
A seguire, a salire sul palco è stato il grande Peppe Servillo per il recital “Ordine del giorno” dedicato a Hans Magnus Enzensberger, poeta tedesco vivente autore di poesie ironiche e argute; Servillo, accompagnato al pianoforte, ha proposto un medley delle sue canzoni con cui ha incantato il pubblico presente. Servillo, front man degli Avion Travel, raffinato attore di teatro e cinema, ora impegnato nelle eduardiane “Voci di dentro” con il fratello Toni, ha dimostrato un talento eclettico oltre a straordinarie capacità mimiche e affabulatorie.
Nel finale Davide Rondoni, presidente della giuria del premio, ha letto i contributi di tre autori sul tema del lavoro e delle “morti bianche”: particolarmente emozionante il primo, scritto da un giovane Karol Wojtyla in ricordo di un compagno morto per un incidente sul lavoro. Pubblico incantato, applausi prolungati.
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